Questa tecnologia farà perdere il lavoro al 60%-80% delle persone!
L’intelligenza artificiale è senza dubbio al centro dell’attenzione, con opinioni contrastanti che ne esaltano i pregi e ne mettono in luce i rischi. La stampa generalista sembra essere particolarmente terrorizzata dall’idea che questa tecnologia rivoluzionaria possa causare la più grande perdita di posti di lavoro nei prossimi anni. Di fronte a questa prospettiva, è facile lasciarsi prendere dal panico e considerare l’IA come un’invenzione demoniaca da cui è necessario proteggersi.
Una tecnologia ancora più pericolosa!
Eppure, c’è un colpevole ancora più insospettabile! Un’altra tecnologia, infatti, è stata responsabile della perdita di lavoro per quasi l’80% della popolazione mondiale: il trattore! Sì, avete letto bene, è proprio il trattore il principale artefice di questo cambiamento. Si stima che, fino alla metà del XIX secolo, tra il 60% e l’80% delle persone in tutto il mondo lavorassero nell’agricoltura. Solo due o tre secoli prima questa percentuale raggiungeva addirittura il 90%! Oggi solo il 2-5% della popolazione lavora in questo settore se si considerano i paesi industrializzati! Ma come è possibile che le istituzioni abbiano permesso ciò? Tutto questo doveva essere vietato, pardon “regolamentato“, prima!
Non fatevi ingannare dagli innocenti trattori che vedete nei campi, poiché questi sono stati i veri artefici della drastica riduzione della forza lavoro nel settore agricolo. Dato che oggi l’intelligenza artificiale viene spesso accusata di rubare posti di lavoro a persone oneste, forse dovremmo guardare indietro nella storia e rivalutare chi è il vero colpevole!
Queste macchine falsamente innocenti sono state introdotte per la prima volta agli inizi del XX secolo, rivoluzionando l’agricoltura e aumentando la produttività come mai prima d’ora. Ma a quale costo? Ora sappiamo che queste macchine, che un tempo erano simboli di progresso e prosperità, sono state silenziosamente all’opera, sostituendo i lavoratori agricoli con la loro potenza meccanica.
Un articolo di giornale del 1903
Mi sono fatto scrivere da ChatGPT un breve trafiletto come se fosse stato pubblicato su un giornale di inizio ‘900:
“Trattori: Catastrofe Meccanica per i Lavoratori dei Campi?“
3 maggio 1903
I trattori stanno invadendo i nostri campi, portando con sé un’inquietante minaccia! Queste bestie metalliche promettono progresso, ma a quale prezzo? I nostri onesti lavoratori agricoli potrebbero essere spazzati via come grano al vento!
Mentre le macchine divorano la terra, l’ombra della disoccupazione si insinua nelle nostre comunità rurali. Che ne sarà delle famiglie senza un reddito? Questi mostri meccanici sembrano affamati, pronti a divorare il nostro futuro.
Saranno i trattori la chiave per un’apocalisse agricola? O si tratta solo di un incubo passeggero? Una cosa è certa: il timore che suscitano è tragico quanto concreto!
Futuro, Passato e Presente
Fra 50 o 100 anni potrebbero sembrare allo stesso modo grotteschi gli articoli che oggi mi sono passati avanti in una discussione fra amici, “8000 licenziati a causa dell’IA…”, “perché l’IA mette a rischio metà dei posti di lavoro…”, “L’IA causerà la fine del lavoro?”, “annuncio catastrofico: 300 milioni di posti di lavoro a rischio”.
Possiamo individuare numerosi altri esempi di posti di lavoro (come se fossero creature mitiche estinte, i “posti-di-lavoro-sauri”) che sono stati persi a causa dell’avanzamento tecnologico. Come i lampionai che accendevano e spegnevano i lampioni a olio o gas nelle città prima dell’avvento dell’energia elettrica e delle lampadine. Ma non è necessario guardare troppo indietro per trovare esempi più recenti. Prendiamo Nokia, leader nel settore della telefonia mobile fino ai primi anni 2000, che è stato rapidamente surclassato dagli smartphone touchscreen di Apple e Samsung in pochissimo tempo. Oppure consideriamo la catena di noleggio video Blockbuster, spazzata via dalla rivoluzione dello streaming via internet offerto da piattaforme come YouTube e Netflix.
Questa volta è diverso?
É comunque importante riconoscere che l’intelligenza artificiale è una tecnologia diversa e più potente rispetto a quelle menzionate in precedenza. Sebbene sia vero che l’innovazione tecnologica abbia sempre comportato cambiamenti nel mondo del lavoro, l’IA presenta sfide e opportunità uniche che richiedono una maggiore consapevolezza e attenzione nella gestione del suo impatto sul lavoro e sulla società.
A differenza delle tecnologie precedenti, che hanno principalmente semplificato compiti meccanici (trattore, ruspa, automobile) o mentali (calcolatore, smartphone) per gli esseri umani, l’IA ha il potenziale per andare ben oltre quello immaginato dagli sviluppatori stessi, migliorando (o addirittura superando? Non adesso, non è certo, ma neanche impossibile) le capacità umane in una vasta gamma di settori. Questo potrebbe portare a un impatto più profondo e pervasivo sulla nostra economia e sul nostro modo di vivere.
Regolamentare a caso non è la soluzione. Regolamentare non è la soluzione. Non lo è mai stato. Soluzioni potrebbero essere la conoscenza e la consapevolezza.
Lo studio, il sapersi inventare e reinventare, l’utilizzare nel modo corretto queste tecnologie invece di lamentarsi e di averne paura. Il migliore amico di uno scrittore, o di un creatore di contenuti in generale, dovrebbe essere GPT; il miglior amico di un grafico dovrebbe essere midjourney. E potrei continuare con gli esempi: avvocati, musicisti, revisori contabili, sviluppatori, data analyst, e così via…
Il mio stesso lavoro è a rischio a causa di queste tecnologie avanzate. Con l’introduzione delle Performance Max in Google Ads, alla fine del 2021, un imprenditore potrebbe gestire in modo più semplice ed efficiente le proprie campagne pubblicitarie senza dover ricorrere alla mia consulenza. D’altro canto, c’è un lato positivo: se tra il 2016 e il 2018 ho dovuto abbandonare o rinunciare a diversi clienti a causa del raggiungimento del mio limite di gestione umana, oggi riesco a occuparmi di un numero molto maggiore di clienti grazie a questi progressi tecnologici.
Conclusioni
La differenza con quanto detto precedentemente in modo ironico e provocatorio è che i cambiamenti stanno diventando sempre più veloci, i lavoratori, gli umani, si devono adeguare sempre più in fretta; e se la rivoluzione agricola ha impiegato secoli e quella industriale decenni per portare cambiamenti singificativi nello stile di vita dell’umanità, quella tecnlogica ha impiegato pochi anni e oggi quella digitale mostra innovazioni mese dopo mese…
Ho discusso di tutto ciò e anche di molto altro nel mio ultimo libro dIAlogo, questo articolo nella parte più “bucolica” mi è stato ispirato anche da un capitolo del mio libro Lentamente dedicato al contadino e al suo mondo.